lunedì 5 novembre 2018

House of cards 6 - Una presidenza in rosa



Che quest'ultima stagione di "House of cards" sarebbe stata colorata principalmente di rosa lo sapevamo già.
Al di là della storia di Spacey e del Movimento #MeToo l'intera costruzione di Claire ci aveva portato a questo punto, a questa ribellione e alla voglia di mostrarsi migliore degli uomini.
Claire Underwood rimane in piedi, metaforicamente e letteralmente, con una classe tremenda quasi come se fosse stata lei a giocare una partita più grande sin dall'inizio.
Certo nessuno avrebbe detto che Frank Underwood sarebbe morto fuori scena o che sarebbe stata una stagione così "contro" gli uomini tuttavia, quasi sorprendentemente, sembra tutto filare liscio quasi come se non ci fosse stata una deviazione dal piano iniziale.
Che si siano fatti il culo con le riprese aggiuntive o che la presenza di Frank fosse stata sin dall'inizio così scarsa il risultato non cambia: questa stagione è stata un'ottima stagione e un ottimo finale per una serie che tanto ci ha dato e che tanto poteva darci.
Sia chiaro: per me questa serie poteva continuare benissimo semplicemente è finita sotto la scure del Movimento #MeToo alla stregua di Spacey stesso perchè troppo legata al suo nome.
Fortunatamente abbiamo avuto questo ultimo giro di giostra che tanto ci ha dato.
Durante la prima stagione Frank stesso ci aveva avvisato con una frase allo stesso tempo criptica, romantica e terribile:" Amo quella donna più di quanto gli squali amano il sangue".
Con questa espressione il personaggio di Spacey si autodefiniva, avvicinandosi ai terribili pesci, e, senza dirlo chiaramente, definiva la stessa Claire: un essere più tremendo di uno squalo da chi o cosa può essere attratto?
Durante le precedenti stagioni avevamo visto la forza della first lady contro Frank o contro altri ma non l'avevamo mai vista così libera e così spietata.
In questa stagione Claire diventa ciò che era Frank, diventa la parte peggiore del marito e supera tutti i limiti che lui si era messo.
Se avete odiato il personaggio di Spacey odierete lei duemila volte di più.
Così come abbiamo una protagonista e non un protagonista così avremmo un'antagonista donna in uno scontro tutto al femminile mai inedito per questa serie.
Diane Lane crea una stronza al pari della stronza protagonista, un personaggio odioso che presenta gli stessi punti di forza e di debolezza di Claire quasi come se in realtà una fosse l'immagine specchiata dell'altra.
Continuiamo ad avere personaggi maschi, Doug è IL MASCHIO della stagione, che tuttavia cedono il testimone ad un mondo e ad una serie di attori in rosa così da mantenere il "nuovo colore" della serie.
Se non esistesse "Il racconto dell'ancella" questa sarebbe LA serie femminista perché di femminismo parliamo.
Che siano le scelte di sceneggiatura o i personaggi o una particolare situazione di Claire: tutto viene tinto di rosa nel modo più forte che volete.
Ed è questa forza vestita di rosa, questa volontà di dimostrare, principalmente a chi non ci crede, che anche le donne spaccano i culi e che riescono a farsi rispettare meglio degli uomini.
"House of cards" si pone questo fine, questo insegnamento come ultimo obiettivo e tira dritto sino a raggiungerlo senza difficoltà o fermate di sorta.

Perché, alla fine, non ci sarà più dolore.

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Alla prossima!

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