mercoledì 20 febbraio 2019

The Umbrella Academy - Meglio profondo o strambo?


"The umbrella academy" non è un fumetto adatto a tutti.
Parliamo di un fumetto un po' bambinesco, strambo sin dal principio e evidentemente figlio di una mente articolatissima ma anche molto legata alla propria infanzia ed adolescenza.
Un mio amico, senza molti giri di parole, l'ha definito una cafonata e potrebbe anche starci se solo si riconoscesse prima che è l'espressione di uno stile e di una personalità ben precisa.
Proprio per questa sua unicità "The umbrella academy", secondo me, è uno di quei prodotti che, come "Under the dome", poteva essere preso ed essere adattato parola per parola, limando alcune cose e limitandone altre, creando un'opera fedelissima e non adatta a tutti ma tremendamente bella.
Netflix però non ha preso questa decisione, ha deciso di muoversi diversamente, di cambiare non solo la storia ma anche tutta l'impostazione creata da Way colmando alcune evidente lacune della sua parte fumettistica ma allontanandosi quanto basta per creare un prodotto diverso e, proprio per questo, ho cercato di giudicare questa serie TV individualmente senza farmi condizionare.
Penso di averlo fatto avendo trovato i primi episodi interessanti e non potendo dire nulla sulle caratteristiche stilistiche e tecniche tuttavia a me "The umbrella academy" non è piaciuta.
Tralasciando i paragoni con il fumetto, forse farò un articolo dedicato, io non sono riuscito ad apprezzare pienamente l'ultima serie TV Netflix.

Il primo Ottobre del 1989 una serie di donne partorisce, peccato che nessuna di queste all'inizio della giornata fosse incinta.
Sette di questi bambini vengono adottati da un anziano facoltoso e vengono allevati come se fossero dei supereroi avendo anche poteri speciali.
Nasce così l'Umbrella Academy: un gruppo di bambini speciali che vive sotto lo stesso tetto come una normale famiglia e nel tempo libero salva il mondo.
Piano piano però i sette bambini crescono, cercano la propria individualità negata sino a quel momento, Ellen Page ha un piccolo monologo su questa cosa, e coltivano la propria unicità e le proprie singolarità allontanandosi più o meno bene dalla casa d'infanzia e dal padre adottivo che scopriamo essere un essere spregevole o comunque poco adatto all'amore.
La serie Netflix inizia anni dopo la definitiva divisione dei sette ormai adulti costretti a ritrovarsi all'annuncio della morte del capofamiglia.
Mentre vediamo questa famiglia ritrovarsi scopriamo anche alcuni dei loro segreti, iniziano a vedersi i motivi che hanno portato alla loro divisione e, nello stesso tempo, sono costretti a lavorare insieme per evitare la fine del mondo.

In dieci episodi i drammi personali e le introspezioni psicologiche vengono mischiate a più di una sotto trama creando un intreccio che bene o male arriva a slegarsi in un finale niente male proiettando l'intero cast verso una seconda stagione in arrivo anche se non ancora annunciata.
Ad essere sotto i riflettori, in quello che dovrebbe essere almeno ad una prima occhiata una serie supereroistica, non sono quasi mai azioni eroiche o combattimenti particolari, che quando ci sono sono veramente notevoli, ma i drammi e le riflessioni dei nostri eroi che seppur interessanti più di una volta iniziano un filone narrativo e non lo portano a termine o se lo portano a termine poco lasciano allo spettatore per un motivo o per l'altro.
Allo stesso tempo però la moltitudine di filoni narrativi non sono divisi equamente tra i protagonisti, Luther ne ha uno massimo e per lui è un vero spreco, e chi ne ha più di uno si ritrova un po' a rivivere sempre le stesse cose, Klaus vive due volte una sorta di disintossicazione, o a non vivere quasi nulla, Allison non è quasi un personaggio, ed il tutto, secondo me, dimostra come la serie non sia perfettamente bilanciata.

Questa mancanza di equilibrio è un qualcosa che ha pesantemente danneggiato la visione del prodotto.
Decidendo di seprare la famiglia in singoli individui o in gruppetti ha effettivamente inframmezzato le storie e dil tempo di esposizione sullo schermo solo che il tutto non è stato fatto per bene.
Posso anche essere toccato dalla storia iniziale di Diego ma questa sparisce dopo un episodio e c'è bisogno di "riaffondare il dito nella piaga" andando a creare una sorta di replay della storia precedente senza però fare nulla di nuovo e non mostrandone i risultati.
Allison poteva avere un'evoluzione interessante peccato che arrivi ad un punto di svolta a due episodi dal finale e poi non si possa più frenare su di lei per ovvi motivi.
Per di più è un po' impossibile la sua non morte ma lasciamo perdere.
Dì Luther e di Klaus abbiamo già detto tutto ma potrei continuare, bene o male, per tutti gli altri personaggi che hanno o una mini storia all'inizio e poi questa si perde o finisce e non lascia nulla.
Era davvero necessario dare tutto quello spazio ai due assassini temporali?
Piacciono a qualcuno?

Ad avere l'evoluzione più grande anche se in modi diversi sono i due personaggi meno appariscenti in prima battuta: la Numero 7 di Ellen Page e Numero 5.
Purtroppo anche per loro due ho dei problemi.
Se la storia di Numero 5 viene rivelata un po' troppo presto o troppo tardi, non riesco a decidermi, non ho sinceramente apprezzato il fatto che venga cancellato un intero episodio grazie a lui come se la cosa dovesse darci qualche informazione segreta in più sui personaggi salvo poi rivedere le stesse identiche cose.
Allo stesso tempo è convinto di alcune cose senza una vera e propria base, l'occhio di cui cerca il proprietario può essere di chiunque, o cerca di salvare il mondo da solo per motivi ben precisi salvo che solo successivamente si rende conto di poterlo fare con la sua famiglia per una serie di motivi abbastanza chiari a chiunque abbia mai visto un film sui viaggi nel tempo.
Infine passiamo ad Ellen Page l'attrice più brava del gruppo che proprio per questo, per me, ha la storia migliore dell'intera serie anche se questa non viene portata perfettamente a compimento.
Lei ha l'arco narrativo più articolato, partendo da una posizione di pura inutilità passando per la tristezza e la rabbia e finendo con essere il personaggio più importante della serie.
Ellen Page si dimostra perfetta per empatizzare con il pubblico, per essere come noi se vivessimo nella stessa famiglia di un supereroe e funziona sino agli ultimi due episodi in cui prima la sua famiglia prende una decisione poco comprensibile visto come lei stessa si pone con loro e poi è lei a fare cose poco chiare.
In sostanza abbiamo l'arco narrativo per l'attrice più talentuosa che finisce in vacca perché abbiamo delle azioni leggermente forzate o inutili messe lì e la cosa non mi piace.

Ad essere forzata o senza molte spiegazioni o conseguenze mi è sembrata un po' tutta la serie che mette insieme una serie di storie una dietro l'altro salvo che queste si ripetono o, invece, non portano a nulla ed il tutto è un peccato.
Sono convinto che se avessi visto una serie con gli stessi momenti di riflessione avendo però come trame da seguire solo quella dell'apocalisse, quella di Numero 5 senza la Commissione e quella di Numero 7 avrei adorato questa serie.

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Alla prossima!

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