lunedì 20 febbraio 2017

The Amazing Spiderman 3 - Spettri del passato 2




Gustav Fiers, ormai, passava da un ospedale all'altro senza soluzioni di continuità anche se era a capo di una grandissima azienda.
Da quando Harry era finito a Ravencroft, per colpa del ragno, Gustav non si era dato più pace e anche se la Osborn e tutto ciò che il ragazzo possedeva era passato nelle sue mani aveva un giuramento da rispettare: un giuramento fatto allo stesso uomo che lo aveva nominato tutore di Harry, suo padre Norman.
Norman Osborn, l'aveva salvato, l'aveva messo sotto la sua ala e prima della sua morte gli aveva affidato il suo bene più prezioso, suo figlio, facendogli promettere che, in qualsiasi modo, l'avrebbe reso felice.
Per Norman, Gustav, aveva fatto cose tremende e non sarebbe stato un problema farle anche per Harry.
Ecco perchè, ora, lui si trovava nell'ospedale centrale di New York City: per fare cose tremende o, quantomeno, per prepararsi a fare cose tremende.

Il Dr. Kafka aveva lavorato per anni al Ravencroft, con metodi discutibili per qualcuno ma, anche, estremamente soddisfacenti per altri.
Poi, d'un tratto, erano iniziati a spuntare dovunque quei cosidetti metaumani come quel tizio in costume chiamato Spiderman e il tizio blu, quello che sparava elettricità, era stato portato da lui per tenerlo sotto osservazione e per analizzarlo.
Così, lui aveva iniziato a fare il suo solito lavoro, giusto per capire, ma poi quel moccioso di Harry Osborn si era messo in mezzo e lui ora si trovava in ospedale attaccato ad una serie di macchine perchè altrimenti sarebbe morto.
Lui odiava Harry e anche tutti quei dannati mostri.

Il suo compito consisteva nell'andare dal Dr. Kafka e convincerlo ad entrare in un gruppo con a capo Harry ma Gustav se ne accorse subito vedendolo li, steso su quel letto: difficilmente, senza un regalo, Kafka avrebbe accettato di mettersi dalla parte di colui che l'aveva ridotto così.
Fiers stava per fare dietrofront quando sentì provenire distintamente da una stanza i lamenti e le urla di un uomo " Ucciderò quel maledetto ragno,o ucciderò! ".
Gustav Fries sorrise e capì di essere sempre più vicino a finire il suo lavoro.

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