Felicia si mosse veloce.
Senza far rumore, senza destare sospetti di nessun tipo.
Si cambiò d'abito e entrò in azione.
Ormai veniva a queste feste per ricchi solo per approfittarsene, solo per potersi mettere la maschera e fare quello che ormai faceva da un po': diventare ricca.
Non sapeva se era per il brivido dell'atto, per la paura di essere scoperta o semplicemente per la refurtiva.
Sapeva soltanto che si divertiva tantissimo e le andava bene.
Aveva aiutato il ragazzo ragno qualche tempo fa e questo, in qualche modo, le dava la possibilità, si diceva lei, di fare un po' quello che voleva.
Infondo che cos'era un furto rispetto alla cattura di una serie di criminali?
Che cos'era una collana o un anello o un diamante rispetto alla vita del supereroe di New York?
Nulla, quindi ora lei poteva fare quello che voleva.
Aveva salvato il ragno, rimesso in gabbia Harry che aveva evidentemente bisogno d'aiuto e ora poteva godersi il suo meritato bottino.
Questi furono i suoi ultimi pensieri prima di essere colpita alle spalle con una forza inaudita.
"Ma che cav" Felicia non riuscì a finire la frase che ricevette un pugno dritto allo stomaco.
La ragazza non era riuscita neanche ad aprire gli occhi o a girare la testa.
Lo sconosciuto la prese e la spinse con la parete iniziando a soffocarla.
Ora Felicia poteva vederlo: era un uomo di mezza età, di bell'aspetto e vestito bene.
Un uomo con una forza inaudita e uno sguardo che non lasciava dubbi: era un animale.
Prima che l'aria nei polmoni di Felicia finisse l'uomo la lasciò cadere a terra.
"Ah bambina mia" disse lui chinandosi e accarezzando la ragazza in seria difficoltà.
"Tu non ti ricordi di me ma io mi ricordo di te.
Tuo padre ti pensa sempre, parliamo continuamente di te.
Adesso non c'è però, non è qui a proteggerti ma ci sono io quindi ascoltami: basta con questa sceneggiata, basta con la maschera e basta con il ragno.
Altrimenti finirà male, molto male ".
Kraven finì la frase e colpì la ragazza con un calcio allo stomaco.
Si pulì le mani, sorrise e se ne andò chiudendo la porta.
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