Nessuno di noi pensava che questo momento sarebbe mai arrivato ma Netflix ha effettivamente prodotto il suo cinepanettone.
Non so se sia stata solo una discesa al botteghino o anche la sempre più lampante fine delle idee in questi film a rendere il cinepanettone un genere in crisi ma "Natale a cinque stelle" è un evidente manifesto di questa mancanza di idee.
Se dal trailer sembrava che avrebbero messo in scena una sorta di "Weekend con il morto" basta guardare il film per più di dieci minuti per capire che non andrà mai così.
Questo ultimo cinepanettone decide di basarsi semplicemente sulla dinamica marito/moglie/amante ricalcando una serie infinita di scene e di momenti visti e stra visti.
Vediamo un avanti e indietro continuo tra più di un uomo e più di una donna come se questo possa far ridere ancora nel 2018.
Tolte le "risate" per via delle battute sugli amanti e sui mariti cornuti si dovrebbe ridere per la serie infernale di battute scontate e anche molto tristi riguardo alla situazione politica italiana che vorrebbero essere brillanti ma in realtà non si avvicinano neanche all'intelligenza minima.
Per di più non suscitano neanche nessun tipo di riflessione ma solo un'immensa tristezza oltre ad essere fuori tempo massimo.
Il film, se volete chiamarlo così visto che è un ciclo infinito di noia, si regge in piedi solo perché nei primi dieci minuti Martina Stella gira in intimo e perché Rocco, quel Rocco, viene citato più volte.
Tutto qui.
Uno spreco di soldi.
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Alla prossima!
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