Non era passato molto dall'anniversario della morte di Gwen, dal momento in cui Peter stesso si era ripromesso che avrebbe trovato l'assassino di zio Ben di cui si era dimenticato.
Aveva tralasciato tutta la sua vita, si era messo alla ricerca di un possibile indizio, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse aiutarlo nella sua impressa: doveva metterci una pietra sopra.
Inizialmente fu colto dallo sconforto perchè non riusciva a trovare una via d'uscita ma poi si ricordò di un particolare, si ricordò che la soluzione era a portata di mano.
Peter aveva un vantaggio: lui conosceva il suo volto.
Peter aveva visto il criminale in faccia quella maledetta sera.
Gli ci volle una settimana intera ma alla fine ci riuscì: entrò nel database della polizia e trovò il profilo che stava cercando.
Peter fece un bel respiro, si mise la maschera e uscì nella notte: era arrivato il momento.
Mentre era in volo, con le sue ragnatele, iniziò a ripensare a suo zio e al giorno della sua morte, al funerale e alle lacrime di sua zia.
D' un tratto, iniziò a piangere sotto la maschera.
Il palazzo di Mac Gargan, questo era il suo nome, era una squallida palazzina della periferia e il suo appartamento all'interno non era da meno: triste dentro e triste fuori.
Non sembrava passarci troppo tempo o quantomeno, se lo faceva, decideva di non renderlo piacevole: piatti sporchi e buste della spazzatura erano in ogni angolo.
Una delle finestre era anche rotta così Peter non ebbe molta difficoltà ad entrare.
L'uomo ragno si guardò in giro sospettoso, cercando un qualcosa di non meglio definito che chiaramente non riusciva a trovare.
Dopo poco sentì una chiave nella serratura e decise di nascondersi attaccandosi al soffitto: Mac era finalmente arrivato.
Il criminale entrò mezzo ubriaco, con una bottiglia di birra in mano insultando chiunque e qualsiasi cosa più spinto dall'alcol che da vero odio.
Peter, guardando quello spettacolo, scoprì di avere pena per lui e, per la prima volta pensò di andarsene e lasciarlo li, senza spaventarlo o attuare la sua vendetta: l'avrebbe lasciato alla sua autodistruzione.
Mac aveva quasi evitato un incontro ravvicinato con il supereroe di New York, ce l'aveva quasi fatta ma poi decise di ricordare a Peter chi era davvero.
Gargan si sedé sul divano e si tolse dalle tasche del giubbotto più di un portafoglio con foto e carte d'identità che chiaramente non erano sue.
Mac Gargan ricordò a Peter Parker che lui era un ladro.
Il ladro che aveva ucciso suo zio.
Mac si alzò per prendere un'altra birra dal suo sudicio frigo ma non fece in tempo: Peter si calò dal soffitto e lo afferrò per il colletto della camicia.
" Che-che-chi sei?
Che sta succedendo? "
chiese Mac balbettando.
" Un uomo anziano.
L'hai ucciso tempo fa.
Ti ricordi di lui?
Lui non aveva fatto niente, stava solo cercando un ragazzo che era scappato di casa.
Ti ricordi di lui? "
Peter ora stava urlando e le lacrime tornarono a rigargli le guance.
Mac sbiancò e dopo aver deglutito disse: " Io, io non mi ricordo ".
Peter strinse i pugni, qualcosa scattò nel suo cervello e urlando spinse Gargan contro le finestre che si spaccarono subito.
Mac urlò cadendo nel vuoto.
Peter, senza pensarci un attimo, provò ad attutire la caduta tramite le sue ragnatele ma il tutto evitò solo i danni peggiori: Mac toccò comunque il suolo e si sentì una serie infinita di crack che segnalavano la rottura di altrettante ossa.
Peter scappò subito mentre delle persone trovavano il corpo e chiamavano i soccorsi: Gargan era salvo ma probabilmente non sarebbe mai stato più lo stesso.
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