venerdì 1 luglio 2016

Peaky Blinders - Un capolavoro all'inglese




Avendo più di una recensione in sospeso, dannato viaggio in UK, ho deciso di mischiare gli articoli dedicati ai recuperi seriali a quelli delle serie più recenti che sono appena o uscite, Orange is the new black 4, o appena finite come Penny Dreadful.
Proprio perchè la mia ultima recensione era dedicata ad una serie recente, questa volta, direi di 
concentrarci su un recupero che, spero, piacerà a tutti e che, sicuramente, vi consiglio.

Birmingham, 1919.
La prima guerra mondiale è ufficialmente finita, le armi sono state finalmente abbassate e i sopravvissuti, o quello che ne è rimasto, sono tornati a casa.
Birmingham, cittadina vicino Londra, non è cambiata molto dall'inizio della guerra ma i suoi cittadini più illustri, usciti dal conflitto, non sono più gli stessi di un tempo: lottare costantemente per la tua vita ti rende un altro.
Jonh, Arthur e Tommy lo sanno bene, loro, i nostri protagonisti insieme alle donne della loro vita, ora sanno che cosa significa sopravvivere e, ora, sono pronti a riprendere le redini della loro attività familiare: loro sono i Peaky Blinders.
I Blinders sono la banda criminale a capo di Birmingham e nessuno, davvero nessuno, può sconfiggerli: non hanno più nulla da perdere e sono pronti a tutto per sentirsi appagati.
Come si evince dal titolo, quindi, Peaky Blinders, arrivata al momento alla sua terza stagione ma già rinnovata per altri due anni, è proprio la storia di questa banda di carismatiche canaglie che, piano piano, passo dopo passo, scalano la vetta del successo cadendo varie volte, perdendo vari pezzi ma resistendo sempre insieme, forse.
Che sia la Corona, l' IRA o altre bande di criminali, tenete d'occhio gli ebrei, i nostri non hanno nessuna voglia di arrendersi e, sputando sangue e qualche dente, non chinano la testa di fronte a nessuno mostrando sempre i pugni e piani molto elaborati.
Birmingham è solo un posto: loro puntano alle stelle e non c'è nessun limite.
Il gruppo, formato principalmente da i tre primogeniti, abbiamo anche un quarto figlio ma di lui vediamo poco, è molto organico e, varie volte, osserviamo come anche le donne, moglie o zie o amanti, hanno una parte importante nelle attività della banda non tanto per via della loro bellezza, indubbia, ma grazie al loro cervello e alla loro astuzia.

Il cast della serie, punto forte dell'intero prodotto insieme alle scenografie, è, praticamente, quello dei Blinders.
Magari possono esserci varie aggiunte, tra comprimari o villan stagionali, ma la parte importante e stabile rimane la banda in sè che, quindi, è l'unica di cui parlerò in questa recensione.
Ognuno dei personaggi principali è interpretato magistralmente, in ogni sua piccola sfumatura e, in pochissime puntate, ci si sente parte della famiglia e membro, volontario, della banda: avrete paura per loro, provetete dolore per loro e cercherete di aiutarli in ogni modo possibile.

Come abbiamo detto John, Tommy e Arthur sono i principali uomini del gruppo, ognuno con la propria funzione e, ognuno con i propri demoni: John è il più giovane ed è troppo buono, Arthur è il più vecchio ed è completamente perso e, infine, Tommy è quello di mezzo, è il capo ed è quello che ha perso la speranza in tutto e in tutti.
Tommy, interpretato da un grandissimo Cilian Murphy, è freddo, fermo ed è un insensibile calcolatore.
Non tradirebbe mai la sua famiglia, li ama follemente, ma li metterebbe sicuramente in pericolo per arrivare a risolvere una situazione o per liberarsi di un problema: non perchè è cattivo ma perchè, semplicemente, è troppo convinto dei suoi calcoli e dei suoi mezzi.
Lui è la vera anima della serie, è l'anima e il cuore spezzato di un mondo ormai andato: Tommy è il gangster triste e malinconico con un piano, tanta voglia di scommettere e un futuro incerto alle spalle che riesce a catturarti.
John è, forse, il prossimo in linea di successione, anche se è il più piccolo, vive sotto le regole di Tommy ma vorrebbe non seguirle, vorrebbe trovare altre soluzioni anche se, prima o poi, se continuerà su questa strada finirà come i fratelli.
Lui forse è il più candido, il meno rovinato dalla vita ma è di fronte al baratro e più la famiglia lo spingerà più il buio si farà vicino.
Arthur dovrebbe essere il capo, fa finta di essere il capo ma non è davvero tornato dalla guerra e, proprio per questo, viene tenuto sotto controllo da Thomas e dagli altri ma, allo stesso tempo, è il braccio armato e violento del gruppo ed è usato senza ritegno da tutti.
Arthur è ingenuo, dolce e gentile ma non ha più niente: ha solo i sensi di colpa e questo lo sta uccidendo.
Insieme a loro troviamo la zia Polly, reggente del regno durante la guerra, balia dei ragazzi, loro seconda madre e braccio destro di Thomas in pace, situazione molto rara tra i due, e in guerra, cosa molto più frequente per via dei loro fortissimi caratteri.
Lei è la parola giusta al momento giusto ma anche quella più stanca: lei non ha mai smesso di essere in guerra, neanche con se stessa.
Infine, tocca alla più piccola, la giovane Ada che non vuole nulla dai fratelli se non la sua libertà: vuole essere altro, non più di una Shelby ma semplicemente qualcun'altro.

Vorrei continuare e parlare di tutti gli altri personaggi ma ho davvero paura di spoilerarvi qualcosa e voglio che vi gustiate questo piccolo capolavoro senza la minima anticipazione se non quella, basilare, della sinossi che è un po' ciò che vi ho dato.

Un capolavoro che, però, è molto inutile da non spoilerare: è abbastanza banalotto.
Ora, voi direte, come mai tu, paladino della sceneggiatura ci stai consigliando un qualcosa di banale?
Per un motivo molto semplice: perchè è fatto da Dio.
Peaky Blinders potrà anche essere una serie banale come la merda ma cazzo ragazzi non vedrete mai una roba banale fatta così dannatamente bene e con caratteri così intriganti.
Credo fermamente che una cosa banale, se fatta bene, vale mille cose originali ma fatte coi i piedi e con gli occhi chiusi.

La serie in sè, a mio modesto parere, ha un unico punto nero: l'inizio di ogni nuova stagione.
Non importa con quale clifhanger sia finita la stagione precedente si rinizierà come se non ci fosse stato nulla prima.
Il tutto è spiegabile con il proverbiale e sistematico salto temporale di due anni che ci accoglie ogni anno ma mi risulta difficile digerire un mini reset ogni volta che rivedo questi personaggi.

Per finire vi segnalo la colonna sonora della serie che spazzia da brani rock ad altri più dolci e melodici diventando un punto in più per tutta la trasposizione e un qualcosa di magnifico da tenersi sempre dietro, nel telefono, conclusa la visione delle tre stagioni.

Credetemi quando lo dico: se volete qualcosa che vi prenda, che vi faccia stare in ansia e che, cosa più importante, oltre a divertirvi, non vi deluda allora questa è la serie che fa per voi.

Correte a vederla: per ordine dei Peaky Blinders!

Alla prossima!

#PeakyBlinders
#Netflix
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