So che sembra azzardato fare l'ennesima recensione di una serie dopo aver visto solo due episodi, la stessa cosa era capitata con Gomorra e il mio giudizio è cambiato tre volte nel corso della visione, ma stavolta, a differenza proprio di Gomorra su cui avevo espresso un giudizio solo positivo, 1992 mi lascia abbastanza perplesso.
La nuova serie di Sky che narra le vicende legate a Tangentopoli non solo ha come obiettivo quello di presentarci il nostro passato unendolo al nostro presente, il grido " tutti a casa " di Bosco al comizio della Lega ne è la prova, ma deve anche triplicare il successo arrivato prima con Romanzo Criminale e poi con Gomorra.
1992, proprio in virtù di questo successo, prende dai suoi predecessori la regia e il comparto musicale, stilisticamente americano, cercando di farsi ispirare da momenti entrati nella storia della televisione italiana grazie proprio alle serie citate prima dimenticandosi però che a rendere Romanzo Criminale e Gomorra dei successi era la storia in sè mentre la tecnica di regia era solo un elemento in più.
È proprio la sceneggiatura della serie, che dovrebbe esserne la colonna portante, insieme alla replica degli anni 90, portata meravigliosamente sullo schermo, a essere il punto debole di questo grandissimo castello di carta: la vicenda principale, Tangentopoli, viene schiacciata, anche se non troppo vistosamente, da tante altre piccole storie che le levano importanza e non le lasciano spazio.
Così mentre Di Pietro fa i primi grandi passi per la sua indagine o il giovane poliziotto Luca Pastore si lascia scappare qualche parola di troppo durante un'interrogatorio invece di vedere le conseguenze di queste azioni siamo costretti a seguire le vicende di un veterano tornato a casa dalla guerra o di una giovane tossicodipendente della bella Milano: la cornice della storia, quella che dovrebbe creare atmosfera, soffoca il vero motivo della visione rendendo tutta la narrazione frammentaria.
Una narrazione, poi, che perde metà del suo fascino a seconda della conoscenza dello spettatore: è probabile che chi non sappia nulla di quegli anni o non li abbia vissuti, come me, si senta un po' spaesato e faccia fatica a ritrovarsi anche se lo sguardo è uno sguardo complessivo dell'Italia del tempo.
DIifatti 1992 è stato sin dall'inizio, a detta degli sceneggiatori e dei produttori, la storia dell'Italia degli anni novanta, con tutto quello che questo comporta, e non soltanto dell'indagine Mani Pulite ma è chiaramente impossibile dire che non era quello il motivo per cui tutti abbiamo acceso la televisione Martedì sera venendo quasi traditi: Tangentopoli è solo accennata mentre i drammi di personaggi simili a fantasmi si appropriano del minutaggio della puntata.
Romanzo Criminale e Gomorra riuscivano, perfettamente, a raccontare una determinata storia unendola ad una cornice che nobilitava l'intero progetto senza mai rubargli dello spazio, 1992, invece, non riesce a fare lo stesso probabilmente proprio perchè vengono presentati troppi personaggi nello stesso momento rendendoli interessanti solo in minima parte agli occhi del pubblico.
Tra tutti questi volti, infatti, è solo quello interpretato da Stefano Accorsi a spiccare maggiormente per via del suo fortissimo carisma e, in minima parte, quello di Miriam Leone anche se è il solito clichè.
Tutti gli altri protagonisti della serie, facce note a Sky, non sono abbastanza memorabili o iconiche al momento e sono facilmente dimenticabili anche se sono tutte interpretati qualitativamente molto bene.
Insomma 1992 è forse, tra tutte le serie - evento di Sky Italia tolto Intreatment, uno dei prodotti peggio riusciti fin'ora.
Speriamo che più avanti, o durante le prossime stagioni, il prodotto possa migliorare.
Addio per ora e Salviamo la repubblica delle banane.
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