Il problema di qualsiasi serie episodica, quindi di Constantine, è l'interesse: se il caso della settimana è inutile e il protagonista non riesce a regge da solo lo show allora vi ritroverete a guardare una buona ora di nulla più completo.
Un'ora di lavoro in sostanza e non più di piacere.
Rage of Caliban è proprio questo: il mostro di turno inutile, un Constantine che, come al solito, non dice tantissimo e un poverissimo approfondimento psicologico appena abbozzato. Sparisce la crudezza di A feast of friend e la trama orizzontale del quinto episodio lasciandoci con il nulla nelle mani e l amaro in bocca. Ricordate poi il plot twist sibillino con cui ci eravamo lasciati nell'ultima puntata? Ecco di quello non se ne farà parola: troppa fatica trovarvi un senso. Constantine e Chas, orfani di Zed senza un particolare motivo, si trovano costretti ad affrontare uno spirito che possiede bambini: l'anima si impossessa dei pargoli e uccide i loro genitori. Il nostro amato stregone, dopo aver affrontato lo spettro del fallimento che si porta dietro da Newcastel, anche li si parlava di esorcizzare un bambino, riesce a risolvere il problema e a tornare a casa. Niente di nuovo o di particolare, lineare e semplice e quindi estremamente povero. Vorrei anche far notare come si punti molto su alcuni tratti che hanno reso famoso il Doctor Who: come si vedeva nel terzo episodio i due dividono alcune particolarità. Per esempio anche John lecca determinate cose per capire cosa è successo e anche lui ha un rapporto molto strano con i bambini. Coincidenze? Possibile ma la cosa non mi piace per niente. Speriamo che le cose cambino in fretta e che questo sia solo un episodio transitorio visto che la serie sembra già in pericolo per quanto riguarda il rinnovo. Gli ascolti sono in discesa e servirà ben più di una magia. Addio per ora e valar murghulis.
#Constantine
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