No tranquilli, non ho sbagliato la copertina dell'articolo né voi avete cliccato su un altro link: oggi, purtroppo o per fortuna, parleremo della nuova stagione della serie TV con protagonista Barbara D'Urso.
Oggi parleremo del ritorno di "La dottoressa Giò".
Ambientata due anni dopo la fine della serie precedente, andata in onda nel 1998, la nuova hit di Canale Cinque riporta sullo schermo una delle presentatrici più famose in Italia sfruttando, direi che questo è il motivo dietro questo revival, il clima nostalgico che di recente ha colpito gli spettatori televisivi di tutto il mondo.
Così, ci ritroviamo ancora una volta a Roma, ancora una volta in un ospedale e la nostra eroica dottoressa Giò è ancora dalla parte delle donne anche se dietro di lei abbiamo tutti attori nuovi.
Da quanto ho capito, leggendo i riassunti degli episodi delle stagioni precedenti, a rimanere stabile è anche la formula episodica che presenta una trama bene o male orizzontale legata alla vita dell'ospedale e a quella della nostra protagonista ed un caso della settimana risolto quasi sempre e solo dalla D'Urso che è si una semplice Ginecologa ma sa fare qualsiasi cosa gli venga chiesto.
Ecco, il fatto che Giò sappia fare qualsiasi cosa voglia alla perfezione è uno dei tanti tratti strampalati, semplicistici e anche stupidi, se volete, di una serie evidentemente trash, vi dirò meglio dopo perché, che non deve essere assolutamente vista seriamente.
"La dottoressa Giò" è una serie che cerca di trattare tematiche importanti in maniera molto blanda, che può piacere se non si hanno pretese di alcun tipo, come molte serie italiane, e che se guardata con un occhio più serio, tecnico o anche logico cade tremendamente a pezzi.
Per questo, vi invito a vedere questa nuova stagione ma solo dopo aver ascoltato attentamente questa canzone:
Questa canzone, bene o male, dovrebbe essere la sigla iniziale della fiction fittizia che viene girata durante "Boris" la serie comedy italiana che racconta il dietro le quinte di una produzione televisiva nostrana e io credo che sia un filtro perfetto per guardare "La dottoressa Giò".
"Gli occhi del cuore" racconta la vita in un ospedale italiano, come la serie della D'Urso, ed è una sorta di soap come il nuovo prodotto di Canale Cinque.
Abbiamo un dottore che usa "Gli occhi del cuore" per capire i segreti dei suoi pazienti, cosa che qui fa la nostra protagonista, e molte volte lo fa in vari primi piani intensi, un po' italiani ma anche molto italiani e fatti a cazzo di cane soprattutto quando viene inquadrata Barbara D'Urso impossibilitata a fare facce serie.
Pietro Sermonti, il protagonista di "Gli occhi del cuore", sembra, almeno per la voce, molto simile a Marco Bonini, il Dottor Zampelli in "La dottoressa Giò", ed entrambi interpretano un primario.
Qui, almeno a prima vista, si fermano tutti i paragoni più lampanti tra la finta serie di "Boris" e quella vera di Canale Cinque perché una è falsa e quindi non la vediamo più di tanto, l'altra invece è vera ed è molto esagerata.
Iniziamo infatti con un incidente d'auto, girato in una maniera un po' imbarazzante, in cui la nostra Barbara rimane ferita non prima però di aver visto più di un'inquadratura straniante forse frutto di green screen.
A questo punto torniamo con un flashback a qualche mese prima dell'incidente, probabilmente tutta la serie sarà così, e scopriamo che la dottoressa Giò, che nel mentre fa strane pose allo specchio annusando il proprio camice, è stata lontana dal suo ospedale per un bel po' per via di una serie di accuse che ha lanciato contro un suo collega colpevole, secondo lei, di aver portato al suicidio sua moglie.
I due sono davanti ad un giudice, è il momento della sentenza che ci dirà se la nostra protagonista potrà tornare in ospedale, ed effettivamente è così: Giò può tornare a lavorare non prima però di aver guardato il suo nemico con un misto d'imbarazzo e sfida, a che bei primi piani, e di averlo minacciato dicendogli che la guerra è appena iniziata salvo poi non fare nulla per i primi due episodi che abbiamo visto.
Giò, non si sa bene se subito o il giorno dopo perché le transizioni temporali sono strane, rientra in ospedale e lo fa al rallenty che fa più bello per qualche motivo.
La cosa strana è che all'entrata tutta la riconoscono, poi sale al suo reparto e nessuno se la fila se non l'infermiera più anziana che sarà, immagino, la vera LINEA COMICA della stagione.
Tutto è perfetto, poi succede un casino: in poco tempo l'ospedale diventa un inferno.
Nei primi trenta minuti della puntata abbiamo tre parti bene o male nello stesso momento ed una crisi ostaggi in cui finisce, volontariamente, la nostra protagonista.
Poi vabbè si risolve tutto però vuoi mettere?
Se butto tutto sto casino nei primi trenta minuti sai quanto successo?
Che cosa potrebbe succedere di sbagliato?
Ecco, a soffrirne è la seconda puntata che trovandosi senza tripli parti o un tizio che prende in ostaggio la nostra protagonista deve "accontentarsi" di un caso di baby squillo che è buttato a cazzo, al limite dello stupido e della follia ma vabbè.
Possiamo segnalare una delle pazienti della puntata che dice di essere caduta dal motorino ma che evidentemente ha preso un pugno in faccia però nessuno se ne accorge a parte la Barbara, una madre che non capisce cosa sia un herpes genitale e pensa che si possa avere sulla bocca o una scena rimontata a caso nella maniera più scialba possibile.
Una puntata con poche battute divertenti o momenti scioccanti di cui però ci possiamo anche accontentare.
Ecco, guardare tutto questo con occhi seri, come guardiamo un "Game of thrones" o un "Breaking bad" è chiaramente una follia ma farlo con gli stessi occhi con cui guarderemmo la serie fittizia citata in "Boris" è un ottimo compromesso per farci due risate e per passare una Domenica senza stress.
Ho messo le scene più divertenti sull' Instagram del blog così potrete andarle a vedere quando volete.
A seconda di come andrà questa recensione è possibile che io continui a vedere gli episodi di "La dottoressa Giò" e che continui a scriverne quindi se vi interessa fatemelo sapere.
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Alla prossima!
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